La bellezza del volto umano è semplice da riconoscere, ma, tuttavia, quando si è spinti a darne una definizione, molti di noi restano senza parole. L’equilibrio e l’armonia fondamentali del volto sono conferiti principalmente dalla regione zigomatica, nasale e labio-mentoniera. Le dimensioni, la localizzazione e i rapporti spaziali di queste strutture formano le curve e i contorni che determinano la bellezza e la piacevolezza di un volto umano.
Il profilo dello zigomo è responsabile della forma laterale del terzo medio della faccia: le prominenze malari sono importanti per il concetto di bellezza:infatti una regione malare piatta conferisce al volto un aspetto poco interessante e contribuisce a rendere il volto invecchiato.
Rapporti estetici del volto
I canoni neoclassici dividono il volto in proporzioni verticali e orizzontali: queste regole vennero formulate da studiosi e artisti del Rinascimento (Durer, 1557; Leonardo da Vinci, 1452). Sebbene originariamente concepite per la pratica dell’arte e del disegno, queste regole delle proporzioni facciali hanno trovato la loro strada nella pratica della chirurgia plastica ed estetica. Una precisa e dettagliata conoscenza di queste proporzioni e una loro comprensione generale consente al chirurgo plastico di riconoscere sproporzioni e disarmonie, in modo tale da effettuare un risultato naturale ed armonico , nella progettazione di una profilo plastica. Tra le proporzioni verticali, la più importante è quella stabilita come II canone, secondo il quale il profilo facciale si divide in tre terzi anatomici uguali: il terzo superiore o frontale (che va dall’attaccatura dei capelli alla giunzione naso-frontale), il terzo medio (che comprende essenzialmente il naso) e il terzo inferiore (che si estende dalla base del naso al punto più basso del mento, definito menton): in genere un volto si definisce ben bilanciato quando il III superiore, il III medio ed il III inferiore del viso sono approssimativamente uguali.
Profiloplastica
Rappresenta quell’insieme di interventi chirurgici combinati, che correggono il profilo , intervendo sul naso(Rinoplastica), sugli zigomi (Malaroplastica) , sul mento (Mentoplastica) e spesso anche sul labbro, o utilizzando filler biocompatibili per aumentarne il volume, o , in casi particolari tecniche chirurgiche proprie (es Tecnica V-Y).
Malaroplastica
Ciò che determina la “bellezza” di un individuo, è la massa scheletrica del volto (infatti una regione zigomatica piatta rende il viso poco interessante , laddove zigomi “importanti” rendono il volto più giovanile e piacevole). Tra le strutture del viso, una delle più importanti, insieme con il naso e il mento, è la regione zigomatica o malare, definita zigomo.
L’aumento zigomatico è una tecnica relativamente recente: fu riportata per la prima volta da Spadafora nel 1971 e da Hinderer nel 1975. Sono stati descritti molti metodi per posizionare impianti alloplastici, così come esistono numerosi materiali biocompatibili da poter utilizzare (filler).
Un impianto ideale dovrebbe essere facile da posizionare, non palpabile, malleabile e confortevole per il paziente, biocompatibile e modificabile dal chirurgo.
Le innumerevoli scelte per aumentare lo zigomo si basano essenzialmente sulla “preferenza “ del chirurgo e del suo paziente: da non sottovalutare, a parte i filler, anche le protesi zigomatiche in silicone, che danno risultati performanti oppure il grasso autologo, effettuando una lipostruttura secondo Coleman.
L’intervento viene condotto in anestesia generale (specie se abbinato alla rinoplastica e alla mento plastica): non sono visibili cicatrici esterne, in quanto l’incisione viene effettuata nel fornice gengivale, quindi all’interno della cavità buccale.
Mentoplastica
Il mento gioca un ruolo fondamentale nell’armonia facciale; le caratteristiche che sono considerate piacevoli variano secondo la cultura, razza etnica e anche il periodo storico.
La mento plastica può modificare la proiezione del mento nei tre piani dello spazio: si tratta di un metodo per cambiare la forma, il contorno, o la posizione della sinfisi mandibolare.
Un problema ancora oggi dibattuto da molti è sulla scelta tra aumento allo plastico mediante utilizzo di protesi, o genioplastica vera e propria effettuata con osteotomia.
Personalmente prediligo ostetomie sagittali del mento quando è presente un’asimmetria mandibolare o per correggere “l’eccesso verticale “ del mento: in questi casi infatti, le protesi non darebbero un risultato soddisfacente.
La profiloplastica ha un’elevata resa estetica sotto tutti i punti di vista. Non dà luogo ad esiti cicatriziali visibili, e, con un’attenta programmazione dell’intervento, si restituiscono al viso le sue proporzioni ideali.